3 ottobre 2000: La svolta acustica di Warning dei Green Day

Il 3 ottobre 2000, i Green Day pubblicarono il loro sesto album in studio, “Warning”, un lavoro che segnò una deviazione stilistica nel percorso della band californiana. Arrivato dopo l’eclettismo di Nimrod, “Warning” proseguì la tendenza all’esperimento, introducendo in modo più marcato un’estetica folk-punk e power pop, con un uso notevole di chitarre acustiche e una produzione meno grezza e più matura.

L’influenza del Bob Dylan di metà anni ’60 fu dichiarata da Billie Joe Armstrong come una delle ispirazioni principali, evidente in brani come la traccia d’apertura “Warning” (con un riff che rimanda a “Picture Book” dei Kinks) e nella più elaborata “Misery”. I testi, pur mantenendo un sottile sarcasmo, assunsero toni più positivi, riflessivi e, per la prima volta in modo esplicito, politici, in particolare in “Minority” che esprimeva preoccupazioni per l’imminente elezione presidenziale americana.

Nonostante recensioni generalmente favorevoli che lodarono la scrittura di Armstrong, l’album rappresentò un punto basso a livello commerciale per i Green Day negli Stati Uniti, non raggiungendo lo status di multi-platino dei suoi predecessori. Tuttavia, ottenne un significativo successo internazionale, guadagnando il disco di platino in Italia, Canada, Giappone e Australia, consolidando la loro popolarità globale. Con il senno di poi, molti critici e fan riconoscono oggi “Warning” come un lavoro sottovalutato che gettò le basi per l’opera rock e la critica sociale che avrebbero esplorato in modo massiccio con l’album successivo, American Idiot.