Bruce Springsteen e la sua E Street Band hanno infiammato San Siro il 30 giugno, davanti a un pubblico di 58.131 persone, in un concerto rimandato di un anno. Il “Boss”, a 75 anni, ha dimostrato un’energia inossidabile, salendo sul palco per la nona volta nello stadio milanese, a 40 anni dal suo debutto.
Ha aperto lo show con “No Surrender” e “My Love Will Not Let You Down”, per poi introdurre “Land of Hope and Dreams”, definendo l’America come “un faro di speranza e libertà” ora “nelle mani di un’amministrazione corrotta”. Le sue parole, tra cui riferimenti espliciti a Trump, hanno sottolineato un forte messaggio politico e di dissenso, ribadito anche in brani come “Rainmaker” e “Long Walk Home”.
Springsteen ha inoltre fatto appello ai valori della democrazia e ha espresso gratitudine al pubblico per aver ascoltato le sue preoccupazioni riguardo la situazione attuale in America. Nonostante le critiche ricevute da Trump, l’artista ha mantenuto la sua posizione, offrendo quasi tre ore di musica incessante. Il concerto ha confermato il Boss come un’icona del rock mondiale, capace di unire intrattenimento e un chiaro messaggio sociale, dimostrando che il suo talento e la sua autorevolezza sono immutati.