Notte a Graceland: Un Incontro Mancato

La sera del 29 aprile 1976, reduce da un concerto a Memphis durante il suo “Born to Run Tour”, Bruce Springsteen, accompagnato da Steve Van Zandt, si fece condurre in taxi verso Graceland. La leggenda narra che, vedendo le luci accese nella residenza di Elvis Presley, Springsteen, fervente ammiratore del “Re del Rock and Roll”, decise di tentare un incontro.

Nonostante i cancelli chiusi, Springsteen scavalcò il muro di cinta e si diresse verso la porta d’ingresso. Un addetto alla sicurezza lo intercettò prima che potesse bussare. Alla sua domanda se Elvis fosse in casa, la guardia rispose che il cantante si trovava a Las Vegas.

Springsteen tentò di spiegare la sua identità, menzionando la recente copertina di Time e Newsweek, ma l’inflessibile guardiano lo accompagnò gentilmente fuori dalla proprietà. Questo mancato incontro divenne un aneddoto ricorrente nei racconti del “Boss” durante i suoi concerti, testimoniando la sua ammirazione per Elvis e la singolare audacia di quel tentativo notturno. Anni dopo, Springsteen scrisse la canzone “Fire”, immaginandola interpretata dal suo idolo.