In un evento sportivo di alto profilo come la finale maschile degli US Open, Bruce Springsteen e Donald Trump si sono trovati per la prima volta a pochi passi di distanza dopo mesi di accese polemiche. La presenza del presidente ha causato un posticipo dell’inizio della partita a causa di stringenti misure di sicurezza. La tensione tra i due risale a un’aspra faida pubblica scatenata dalle dichiarazioni del musicista durante un concerto a Manchester.
In quell’occasione, Springsteen aveva duramente criticato l’amministrazione Trump, definendola “corrotta” e “incompetente”. In risposta, Donald Trump aveva attaccato il musicista sui social media, definendolo un “coglione invadente e odioso” e criticando apertamente la sua musica e le sue posizioni politiche. La disputa ha attirato l’attenzione dell’American Federation of Musicians (AFM), che ha rilasciato una dichiarazione in difesa dell’artista.
Nonostante l’attrito, i due non si sono incontrati faccia a faccia durante l’evento, ma il pubblico presente allo stadio Arthur Ashe ha mostrato la sua disapprovazione nei confronti di Trump fischiandolo durante l’inno nazionale. L’incidente è stato ampiamente riportato sui social media, sebbene alcune emittenti televisive abbiano censurato il filmato. Il confronto, seppur a distanza, ha ribadito la polarizzazione politica che divide il mondo della musica e la sfera pubblica statunitense.