I Viagra Boys si sono imposti nella scena musicale con un approccio sfrontato e sonorità ruvide, ben rappresentate dall’esordio con “Man Made of Flesh”. La loro cifra stilistica, intrisa di una “lordura” sonora distintiva, li allontana dalle tendenze più patinate del post-punk contemporaneo, come evidenziato dal provocatorio video di “Okay”.
Il frontman Sebastian Murphy incarna un’attitudine nichilista e disillusa, che permea i testi e le performance della band svedese.
Questa prospettiva si riflette vividamente in “Waterboy”, un brano che descrive la vita ai margini attraverso un filtro surreale e un umorismo nero tagliente. La canzone dipinge un ritratto di alienazione e precarietà esistenziale, dove la ricerca di significato si scontra con l’assurdità del quotidiano. Il ritornello, con la sua apparente leggerezza, cela una critica amara alla superficialità e a uno stile di vita autodistruttivo. L’intera produzione dei Viagra Boys, culminata nel loro quarto album, si configura come un’esplorazione audace di territori sonori inesplorati, un rifiuto delle convenzioni e un’immersione nelle pieghe più oscure e autentiche dell’esperienza umana.